venerdì 25 dicembre 2015

Autostrada Bosco

Salgo in macchina, accendo la radio, faccio strada.
I lampioni ritmano il buio e mi stancano gli occhi. L'autostrada è deserta, odora di silenzi e pioggia.
Penso più forte della musica che ascolto.
La sera di Natale, con quella voglia di intima solitudine.
Di fretta mi sorpassa un rombo ad almeno centottanta. Io non ho fretta, devo andare in un posto come un altro; un posto unico per me.
Mi immetto sulla statale e procedo vigile per non sbagliare direzione in quel groviglio di strade che sembrano perdersi tra le valli sterminate, confondersi con la nebbia e sprofondare in mare, nel nulla al di là del vuoto.
Mi rassicuro della strada, rilasso le braccia e alzo la radio; le strade erano esattamente come le ricordavo: strette, tese, incerte.
Le vetrine del paese mi guardavano storto, come gli anziani i nipoti che non tornano da anni.
Ferroso, il paese brillava di luna, alta, sazia, bella.
Percorro il paese fino in fondo, Un arco mi invita a uscire, Spengo la macchina, nel buio di una strada dissestata immersa in un magro bosco. Accendo una sigaretta, apro lo sportello. Finalmente Natale. Forse stasera mi verrà a trovare.



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